Cosa succede se la colf o badante non vuole essere messa in regola?
Spesso può capitare che la colf o badante che il datore di lavoro intende assumere non voglia essere messa in regola. Vediamo insieme quali possono essere le motivazioni e i rischi che possono derivare dal lavoro in nero.
La colf o badante che non vuole essere messa in regola potrebbe trovarsi nella condizione di non avere i documenti che le consentono l’attività lavorativa, e quindi l’assunzione in regola sul territorio italiano oppure, potrebbe ritenere che gli oneri contributivi previsti dal contratto non siano validi a garantirle una valida tutela in termini di sicurezza e/o pensione.
Quali sono i rischi del lavoro in nero?
La lavoratrice, colf o badante, che non vuole essere messa in regola non usufruisce di tutele assicurative sul lavoro, delle agevolazioni fiscali e, senza la dichiarazione sostitutiva CU, non può elaborare l’ISEE che le può essere utile per accedere a tutta una serie di benefici.
Il datore di lavoro che non regolarizza la propria colf o badante, rischia invece, oltre alla vertenza sindacale del lavoratore, una sanzione dai 1.500 euro agli oltre 40.000 euro per la mancata comunicazione ad INPS.
Sei certo di sapere quanto pagheresti per avere un rapporto di lavoro in regola?
Premesso che il lavoratore stesso non dovrebbe desiderare di essere pagato in nero e rifiutarsi di accettare condizioni illegali che non lo tutelano, è bene sapere che spesso colf e badanti che non vogliono inizialmente essere messe in regola, successivamente possono fare una vertenza sindacale dichiarando quindi che il datore di lavoro ha violato i loro diritti.
Le vertenze più comuni generalmente sono legate alle irregolarità della corresponsione di oneri contrattuali: retribuzione, preavviso di licenziamento, liquidazione, straordinari, maternità, malattia, infortunio non riconosciuti e al mancato versamento dei contributi.
E possibile sanare un rapporto di lavoro in nero?
Lo stesso sindacato, a cui si potrebbe rivolgere il lavoratore per un controllo delle retribuzioni, rivede i nuovi termini del contratto collettivo di categoria affinché sia il più possibile a tutela del dipendente così da promuovere azioni collettive e individuali qualora i diritti dei lavoratori non vengano rispettati. Quindi applica gli oneri del CCNL su un rapporto gestito fino a quel momento senza regole.
Se ci fossero delle irregolarità, sarebbe opportuno cercare un accordo fra le parti e sancire un verbale conciliatorio che precluda ogni futura pretesa da parte del lavoratore depositato presso la DTL (direzione territoriale del lavoro) ed effettuare contestualmente la regolarizzare del rapporto di lavoro.
Il lavoratore riceverà quanto concordato in forma tracciabile affinché possa eventualmente versare la sua quota dei contributi e fare la dichiarazione dei redditi sul totale delle spettanze di fine rapporto ricevute.
Alla luce di quanto esaminato è quindi opportuno evitare i rapporti di lavoro non regolari e, a tutela delle parti, procedere all’assunzione fin dal primo giorno!
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