Codice deontologico per colf badanti e baby sitter

da | Gen 17, 2020 | Guida al contratto di lavoro domestico

Dicembre 2019 ha di fatto sancito un passo importante per il lavoro domestico:
con l’approvazione della nuova “Normativa Tecnica UNI 11766:2019” nasce il codice deontologico per colf, badanti e baby sitter.

La norma definisce i requisiti che deve avere un collaboratore domestico per essere assunto e prevede anche una serie di regole di comportamento che la colf, badante o baby sitter deve attuare durante il rapporto di lavoro.
Vengono dunque per la prima volta messe nero su bianco delle regole di condotta da seguire in casa.

I requisiti sono specificati, a partire dai compiti e dalle attività svolte, in termini di conoscenza, abilità e competenza e sono espressi in maniera tale da agevolare i processi di valutazione e convalida dei risultati dell’apprendimento.

Complessivamente 9 articoli che chiariscono altrettanti principi e buone prassi da seguire.

Qualche esempio:

  • Qualunque sia la mansione svolta o il ruolo per cui si viene assunti, al collaboratore domestico il codice impone di avere un linguaggio educato, rispettoso e non offensivo.
  • Colf, badanti e baby sitter non devono avere comportamenti aggressivi ed offensivi; in nessun caso possono percuotere o aggredire fisicamente la persona assistita.
  • Per quanto riguarda le baby sitter, il codice impone di seguire con attenzione le indicazioni che le vengono impartite dai genitori del bambino che deve accudire; in sostanza le regole educative che la famiglia decide di adottare devono essere le medesime adottate dalla baby sitter.
  • Allo stesso modo, le regole di pulizia e di tenuta della casa, imposte dalla famiglia per cui lavora la colf, devono essere attentamente seguite dalla colf stessa.

Infine il collaboratore domestico è tenuto a rispettare la privacy delle persone per cui lavora o a cui presta assistenza.
C’è quindi da rispettare il principio della riservatezza, perché nell’espletamento delle sue funzioni, il lavoratore può venire a conoscenza o vedere cose e fatti che rientrano tra le cosiddette informazioni sensibili a livello di privacy.

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