Svetanka: a causa della pandemia ha dovuto scegliere tra salute e lavoro

Gen 26, 2021 | Eventi delle ACLI

Come si può scegliere tra salute e lavoro?!

Fuori da regione Lombardia ha fatto un significativo intervento una nostra iscritta ACLI COLF: Nikolova Svetanca.

“Mi chiamo SVETANKA e sono una assistente famigliare iscritta all’associazione ACLI COLF che qui voglio ringraziare per l’aiuto e il sostegno.

Sono una delle 160 mila lavoratrici che si occupano del lavoro di cura nella Regione Lombardia.

Appartengo a quella categoria di lavoratori che a causa della pandemia ha dovuto scegliere tra salute e lavoro senza poter contare su nessun tipo di aiuto pubblico.

Agli inizi della crisi pur di mantenere il posto di lavoro abbiamo fatto molti sacrifici. Accordandoci con le famiglie abbiamo usufruito delle ferie, di permessi, di anticipi sul TFR, abbiamo accettato riduzione di orari di lavoro pur di garantirci in questo modo una retribuzione seppure ridotta.

Ma ad oggi la sospensione dal lavoro e lo smart working di molte donne che si avvalevano di una collaboratrice familiare o di una baby sitter per poter svolgere la loro attività fuori dall’ambito familiare, hanno di fatto causato numerosi licenziamenti.

Per le lavoratrici domestiche non è prevista la cassa integrazione né il divieto di licenziamento, né alcun tipo di indennità specifiche.

Durante il primo lockdown ho avuto problemi di salute e sono stata ricoverata in ospedale in un reparto Covid. Quindi, ho dovuto seguire tutte le procedure di protezione. Dopo le dimissioni dall’ospedale ho fatto la quarantena obbligatoria a casa. La mia assenza dal lavoro per questa malattia è durata un mese.

Come previsto dal CCNL mi sono stati riconosciuti in totale 15 giorni di malattia, tutti quelli che mi spettano in un anno, gli altri giorni di assenza sono stati considerati ferie.

Il lavoro domestico è un lavoro caratterizzato da precarietà e da assenza di protezione anche se svolge una funzione di cura sussidiaria fondamentale per le famiglie della Regione.

In questi anni non abbiamo constatato nessun sostegno da parte di Regione Lombardia.

Chiediamo un aiuto economico concreto per sostenere le lavoratrici e i lavoratori licenziati

Chiediamo la riforma e lo sviluppo del sistema delle cure domiciliari territoriali che vada a sostenere le esigenze della categoria dei lavoratori domestici aiutando così anche le famiglie

Chiediamo l’attuazione della Legge n.15/2015 che istituisce gli albi delle assistenti famigliari una delle poche leggi che riguarda il nostro settore

Inoltre ci auguriamo che la specificità del nostro lavoro venga tenuta in considerazione anche nella campagna vaccinale, il nostro rischio di contrarre e trasmettere il virus dovrebbe essere valutato nella definizione delle priorità per la vaccinazione equiparando colf e badanti a tutti gli altri assistenti socio-sanitari, come richiesto dalle ACLI COLF a livello nazionale.

La nostra categoria ha fatto tanti sacrifici per garantire la cura delle persone fragili e trovare mediazioni per mantenere il posto di lavoro chiediamo alla REGIONE LOMBARDIA altrettanta CURA e COMPETENZA!”

Svetanka Nikolova

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